La storia di Lexa

La storia di Lexa – Pt. 1 – La scoperta dell’ernia del disco e la paralisi alle zampe posteriori

La storia di Lexa, la nostra cagnolona (20+ kg) meticcia dal pelo fulvo, inizia 6 anni fa grazie all’ENPA di Castelvetrano, l’associazione per la protezione degli animali che, tramite una staffetta organizzata mediante la vendita di uova di Pasqua, ha permesso a lei e alla sua cucciolata di trovare famiglia.

Lexa sulla spiaggia di Cattolica

L’adozione

Il suo arrivo da cucciola dalla lontana Sicilia verso San Marino e l’Emilia Romagna a solo 4 mesi di vita ha portato con sé la dolcezza di un animo fobico, probabilmente a causa di un abbandono traumatico. Io e mia moglie Sara abbiamo deciso di accoglierla come parte della nostra famiglia, tentando di offrirle tutto l’amore e l’affetto di cui aveva bisogno.

Essendo Lexa il nostro primo cane, ci è stato inevitabile coccolarla e viziare ogni istante, fino a farla diventare una parte essenziale della famiglia e della nostra routine quotidiana.

L’ernia improvvisa

Tutto sembrava procedere per il meglio nella vita di Lexa, fino ad una calda serata del Luglio 2023 che ha segnato l’inizio di un deciso cambio di rotta nella sua vita. Lexa, tentando un balzo sul letto, ha improvvisamente perso l’equilibrio – A seguito di ciò si è mostrata ansimante ed inquieta per tutta la notte.

Inizialmente, abbiamo attribuito il suo stato agitato al caldo estivo, ma la mattina seguente, la situazione è diventata più preoccupante: una volta svegli abbiamo trovato Lexa in una posizione inarcata e sofferente, completamente incapace di muovere le zampe posteriori.

Spaventati e angosciati, ci siamo affrettati nel caricarla in macchina e portarla dal nostro veterinario di fiducia. Tuttavia, la diagnosi fornita (problemi articolari legati alla “vecchiaia delle ossa”) ci ha lasciati perplessi.

L’esperienza dolorosa della sorella di Lexa, Kim, adottata assieme a lei, che ci ha lasciato due anni fa a causa di un’ernia discale, ci ha reso ancora più preoccupati per la sua salute.

Il ricovero

Con la speranza di trovare una soluzione e con il cane sempre più sofferente, ho cercato consiglio da un collega che aveva vissuto una situazione simile. Grazie al suo aiuto e a una ricerca su Internet, ci siamo rivolti al Polo Neurologico Veterinario, una struttura specializzata in problemi neurologici veterinari, fortunatamente a pochi chilometri da casa nostra.

Abbiamo portato Lexa in questa clinica nel primo pomeriggio ed è stata immediatamente sottoposta a una visita neurologica, a questo punto si è palesata una diagnosi più chiara, in linea con quello che avevamo ipotizzato.

I medici hanno rivelato che Lexa stava affrontando una gravissima mielopatia toracolombare da sospetto fenomeno degenerativo discale, ovvero una grave ernia ha interessato il midollo spinale causando paraplegia agli arti posteriori.

Senza indugiare, a seguito risonanza magnetica, svoltasi il pomeriggio stesso, siamo stati caldeggiati ad effettuare quanto prima un intervento chirurgico urgente chiamato emilaminectomia per rimuovere materiale discale / sangue e alleviare la pressione sul midollo spinale, allo scopo di tentare di invertire la paralisi – Lexa è stata quindi operata in tarda serata.

Ci è stato spiegato che la buona riuscita di questo intervento non può tuttavia escludere l’insorgenza di eventuale mielomalacia: una condizione molto seria e spesso fatale, in cui il midollo spinale inizia a necrotizzare in direzione discendente e/o ascendente, mediamente entro 2-6 giorni dall’evento, indipendentemente, appunto, dall’esito dell’operazione chirurgica di cui sopra.

Nonostante l’incertezza del momento, abbiamo immediatamente dato il consenso all’operazione, fiduciosi delle competenze dei medici e della forza di volontà di Lexa.

Il giorno dopo l’intervento (avvenuto in tarda serata) abbiamo ricevuto un video che mostrava Lexa camminare sulle zampe anteriori. Tuttavia l’indomani si è verificato un peggioramento del movimento delle zampe anteriori che ci ha gettati abbastanza nello sconforto.

Lexa è quindi rimasta ricoverata e in osservazione in clinica per altre due settimane, durante le quali ha mostrato segni di ripresa progressiva giorno dopo giorno sia nei movimenti che nel carattere (inizialmente si mostrava apatica e disinteressata al cibo) e voglia di vivere.

Lo staff della clinica ha da subito suggerito un programma di fisioterapia riabilitativa comprendente idroterapia (una camminata di 20 minuti su tapis roulant subacqueo / water treadmill), sedute di laser decontratturante ed esercizi di equilibrio e stimolazione / propriocezione su una palla da ginnastica da effettuarsi quotidianamente.

Abbiamo avuto l’enorme fortuna di assistere Lexa durante queste terapie, nella speranza di tranquillizzarla dato il suo carattere fobico, inutile dire che ogni progresso positivo di Lexa durante queste due settimane ci ha riempito di speranza e gratitudine.

La gestione a casa

Alla fine dei 15 giorni di ricovero, a seguito di nuova visita, giudicata stabile dal punto di vista neurologico con una ripresa della motilità anteriore ma ,ahimè, non posteriore, Lexa è stata dimessa per una gestione casalinga.

Quando è tornata nella sua “dimora”, abbiamo quindi dovuto fare i conti con la gestione quotidiana di una cagnolona disabile e non più autosufficiente, ma dal ritrovato carattere.

Questo all’inizio non è stato per nulla facile, una situazione del genere ti coglie del tutto impreparato e richiede necessariamente di “prendere le misure” per cercare di riadattare la nostra routine quotidiana e quella di Lexa, fortunatamente siamo stati confortati dal fatto che Lexa sembra adattarsi e reagire bene giorno dopo giorno alla situazione di disabilità.

Tra le varie difficoltà, una delle più impegnative è la gestione di urine (svuotamento della vescica) e feci, poiché Lexa purtroppo non riesce a controllarle più.

Inoltre, data l’immobilità degli arti posteriori, occorre girare Lexa ogni 3-4 ore per evitare che rimanga troppo nella stessa posizione. Questo è un compito delicato e importante, allo scopo di evitare inevitabili ferite e piaghe da decubito.

Medicare queste piaghe è un altro aspetto critico nella cura di Lexa. Prenderla in braccio e maneggiarla fa un pò paura all’inizio, perché si teme sempre di farle male, alla luce anche della scomparsa di tono muscolare posteriore che la fa percepire “pelle e ossa”. Ma abbiamo imparato a farlo con delicatezza e pazienza, e Lexa sembra comprendere la situazione.

Non possiamo negare che ci siano stati momenti di frustrazione e di tristezza in cui ci sente incapaci e inadatti, ma la forza di Lexa e il suo “ingenuo menefreghismo” della sua condizione disabilità ci spinge a dedicarle tutto il tempo necessario.

Ora Lexa cammina rapidamente con le zampe anteriori e fa un paio di passeggiate giornaliere da 10-15 minuti sostenuta da un tutore posteriore ad hoc, valuteremo a breve un carrellino per permetterle uscite più lunghe ed agevoli se la sua condizione fisica lo permetterà.

Conclusione

Non possiamo prevedere il futuro, ma sappiamo che saremo al fianco di Lexa, affrontando insieme questa sfida con determinazione. La sua voglia di farcela e il suo spirito ci stanno insegnato tanto. In questa avventura, abbiamo imparato a non dare nulla per scontato e a essere grati per ogni piccola conquista.

 

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